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sabato 2 aprile 2016

Intervista con LUCIANO MARGORANI (FRACTURE, LA1919)






Luciano, come nasce Fracture?

Fracture nasce dal mio incontro casuale con Luca Pissavini nel 2010 durante una prova fatta insieme anche ad altri musicisti per entrare a far parte di un gruppo che si chiamava Nickelodeon…Luca poi ne ha fatto parte per qualche tempo, io no.





Il nome riporta alla frattura rispetto a qualcosa o ogni riferimento è puramente casuale?

Veramente il riferimento originale era al titolo del brano dei King Crimson “Fracture” ma effettivamente può essere letta anche nel modo che hai detto tu.


La vs. musica è totalmente improvvisata?

Non proprio totalmente, nel senso che per ogni concerto io preparo una scaletta di circa 6 -7 brani con titoli che descrivono solo l’atmosfera musicale da ricreare, per diversificare….ma poi ovviamente tutto può cambiare mentre si suona.








Il pezzo “Lodi” che si trova in OOS 3 è totalmente frutto di improvvisazione o si basa su una struttura precostituita ?

Quella è un’improvvisazione pura, perché ricordo che nella scaletta avevo scritto “nessuna indicazione”…


Fino ad ora avete prodotto 2 CDr che sono usciti sull’etichetta  “setola di maiale” cosa mi puoi dire del vs. rapporto con questa etichetta?

Ha stampato i nostri due CDr e di conseguenza siamo nel loro catalogo che comprende molta musica non convenzionale, in certi casi anche interessante….tutto qui.




Il primo album è in studio mentre il secondo è dal vivo come pure il pezzo della compilation, è quindi la dimensione live quella in cui vi sentite di piu a vs. agio?

Ci sentiamo bene in entrambe, certamente in studio si possono curare meglio i suoni e la situazione è più rilassata ma suonare dal vivo è sempre un’esperienza unica e irripetibile.


Che fine ha fatto Andrea Quattrini che suonava la batteria nel primo album?

Non era più interessato al nostro progetto d’improvvisazione, con nostro grande dispiacere perché è davvero un ottimo batterista.







Tutti i membri del gruppo sono impegnati in molteplici attività come trovate il tempo di fare musica assieme?

Ci troviamo “fisicamente” soltanto per i concerti o per registrare, tutto il resto avviene via mail o col telefono; io e Luca abbiamo comunque altre occasioni per vederci perché da quando ci conosciamo mi è sempre stato di grande aiuto sia tecnico che morale per i miei ultimi progetti solistici.
Comunque io sono l’unico ad avere un lavoro completamente estraneo al mondo musicale e quindi ho anche più tempo libero di Luca e Ferdinando Faraò, il nostro attuale batterista.
Loro sono musicisti di professione.

Ho visto molti dei vs. ultimi concerti che si sono svolti nelle situazioni piu diverse : qual è la dimensione live che vi ha maggiormente soddisfatto?

Personalmente penso che il nostro ultimo concerto dello scorso anno all’interno della rassegna Novara Jazz sia stato il più soddisfacente dal punto di vista musicale.
Purtroppo, come succede in queste situazioni,  non è stato registrato…





Le vostre esperienze in altri gruppi e situazioni influenzano l’evoluzione della musica del gruppo o vengono lasciate fuori dalla porta?

Tante cose m’influenzano, non solo la musica…il cinema, i libri, la pittura ma anche cose più semplici come la vita di tutti i giorni e la sua routine hanno un’influenza sulla musica.
Anche il mio cane Tappo m’influenza molto !


C’è qualche gruppo in giro per il mondo con cui condividete certe affinità?
Probabilmente i Massacre anche se loro sono molto ma molto più duri di noi !




Cosa pensate dell’attuale scena milanese di cui fate parte ?

Effettivamente si muovono molte cose in quella scena musicale, il problema è la dispersione…sarebbe bello riuscire a trovare qui a Milano un posto, come a Londra può essere il Cafè Oto, dove la programmazione musicale è dedicata esclusivamente alle musiche non convenzionali, siano esse jazz, rock e pop.



Quali sono i vs. progetti futuri?

Sicuramente suonare dal vivo più spesso e in occasioni ad hoc, se possibile.





venerdì 1 aprile 2016

Presentazione Different every time (libro su Robert Wyatt) con ROBERTO KRISKAK/ANGELO AVOGADRI/MASSIMO GIUNTOLI/ELOISA MANERA/GIOVANNI VENOSTA/FERDINANDO FARAO'/MASSIMO FALASCONE





Presentazione libro Different every time
di Marcus O'Dair
a cura di Alessandro Achilli
17/02/2016
  Auditoriun Stefano Cerri Milano








Roberto Kriskak: tastiere
Angelo Avogadri:flauto




Massimo Giuntoli:piano,voce
Eloisa Manera:violino,voce





Giovanni Venosta:piano




Ferdinando Faraò: piano
Massimo Falascone:sax



Intervista con PIERANGELO PANDISCIA (ENTEN HITTI)





Da qualche parte ho letto che il gruppo nasce nel 1990 dal sodalizio tuo e di Gino quale sono state le vs. esperienze precedenti e quale ò la vs. formazione musicale?

Entrambi avevamo alle spalle delle esperienze in gruppi rock anche se quel mondo ci andava stretto. Buona l’energia, ma cercavamo altro. Stimoli e suoni diversi. Cosi la Scuola di Paleografia  Musicale di Cremona per  Gino, i corsi di perfezionamento in improvvisazione jazzistica con G. Gaslini e la scuola di Musicoterapia di Assisi e Milano per me. E cosi da tastiere e chitarra elettrica siam passati a studiare oboe, corno francese, percussioni e… elettronica.






A parte voi due qual è la formazione attuale del gruppo? Ho visto che ci sono musicisti come Gianpaolo Verga che hanno costantemente accompagnato il vs. percorso.

La formazione dipende molto dal tipo di progetto. Gianpaolo effettivamente ci accompagna al violino da piu di venti anni su diversi progetti. In questi anni stiamo lavorando con Enya Idda ( azioni rituali, partiture sensoriali, ambientazione degli spazi..) ed Afra Crudo (canto etnico e danza immobile) negli sleeping concert. Su altri progetti collaboriamo con Mariolina zitta (musica naturale), Lorenzo Pierobon e Alberto Guccione (canto armonico).





Il vs. gruppo è nato in un periodo  in cui molti gruppi post industriali avevano scelto un cammino esoterico e ritualistico vi sentite vicini a quel movimento o rivendicate una strada lontana da ogni tipo di influenza contingente?

Il cammino esoterico ci attrae molto, ma non sentiamo di appartenere al movimento di cui parli. E’ una coincidenza. Per caso abbiamo letto R. Guenon e per caso sono accadute delle cose….






Da dove nasce il nome Enten Hitti ha qualcosa a che vedere con l’orientalista Philip Kuri Hitti?

Ah ah. Queste è una vecchia storia. Tanti anni fa (poco oltre il punk) avevamo un nome “ I ti purgo” contratto in “Ittipurgo”. Poi abbiamo aggiunto una “H” forse perché inconsapevolmente attratti dalla misteriosa civiltà Hittita. Poi, dopo aver letto il testo filosofico “Enten Eller” di S. Kierkegaard, è uscito Enten Hitti. Suonava bene, senza pensarci tanto. Eppure senza cercare c’era tutto. La connessione fra le atmosfere nordiche e il sud e l’est del mondo. La tensione fra estetica ed etica…





Ho anche letto che avete collaborato con Walter Maioli, fondatore e anima degli Aktuala e con Vincenzo Zitello vi sentite in qualche modo successori di gruppi come appunto gli Aktuala, i Nadma gli Zeit o i Futuro Antico?

Walter Maioli l’avevo conosciuto alla scuola di musicoterapia poi ci siamo incontrati diverse volte nelle grotte di Toirano e ai Simposi di Arte preistorica e tribale in Val Camonica. La linea di Art of primitive Sounds  ha avuto una grande suggestione e in qualche modo, senza volerlo, alcune delle nostre cose sono partono da suggestioni dei gruppi che hai citato.






Avete collaborato con artisti molto diversi tra loro Sigillum S , Alio Die, Battiato,CSI, Officine Schwartz e appunto Walter Maioli oltre a vari musicisti etnici in giro per il mondo a chi vi considerate musicalmente piu vicini?

Ciascuno dei nomi che hai citato rappresenta un aspetto del nostro fare musica. Siamo vicini alle atmosfere meditative di droni e suoni naturali cosi come siamo vicini a certa elettronica o certe sonorità post industriali, cosi come siamo vicini al gusto per la melodia. Sono aspetti diversi che sorgono in momenti diversi delle nostre vite. Alcune volte, poco prima di spegnere la luce, ci capita di partorire canzoni che stanno a metà fra Nick Drake e Claudio Lolli. Cosi come altre volte escono brani ipnotici che potrebbero far venire in mente Third Ear Band, Penguin o Aktuala e cosi via…Quello che in qualche modo resta come cifra della nostra musica è una certa ariosità, un atmosfera solitaria, desertica, minimale sia che facciamo elettronica, etno-ambient, o canzoni di due accordi…






Il vs. fare musica può essere considerato  parte di un percorso di scoperta a 360 gradi o è l’elemento generatore delle vostre curiosità?

Si certamente il fare musica è parte di un percorso piu ampio. Ci attrae il teatro, la danza, la letteratura, la performance e qualsiasi forma creativa che sia un buon veicolo di trasformazione personale. Certo la musica è stata una delle prime passioni. Credo che in quell’età bizzarra fra i 15 e i 20 anni ciascuno trova un veicolo per esprimere le sua angosce e i suoi sogni. La musica per noi è stata qualcosa del genere…

Quale importanza ha la parte concettuale nelle vs. performance dal vivo (installazioni, concerti nel buio, sleeping concerts, poesia sonora e performance teatrali) e non sentite la mancanza di questo “contorno” nelle vs. uscite discografiche?

Beh credo che si sia capito ormai che le nostre performance quasi sempre sono qualcosa di molto articolato e che prevedono oltre ad un canovaccio sonoro anche un canovaccio performativo , gestuale, sensoriale e concettuale rigoroso. In questo senso il disco testimonia solo una parte di quello che facciamo. Il DVD certo potrebbe rendere visibile le azioni, ma manca comunque tutta una parte sottile fatta di odori, atmosfere, sensazioni tattili che non sono riproducibili tecnicamente.

La ricerca su strumenti tradizionali ed elettronici che fa parte del vs. bagaglio di curiosità non vi ha mai portati all’esigenza di concepire ed eventualmente costruire nuovi strumenti?

Si certo. Abbiamo costruito vari litofoni con lastre di pietra serpentina trovate fra il materiale di scarto delle cave della Val Malenco. O vari tipi di sonagli con unghie, vetri, lumache, sugheri, o  con oggetti metallici arrugginiti trovati sulle spiagge dopo le mareggiate d’ inverno. E poi flauti d’osso, conchiglie tromba, zucche sonanti. In cantina c’è ancora uno strano strumento a fiato fatto con il teschio di un mulo…




Quale ruolo ha l’improvvisazione nella vs. musica?

Totale! Quasi tutti i brani nascono da improvvisazioni. Poi vengono rielaborati e fissati. Comunque anche quando vengono rifatti dal vivo partiamo da un canovaccio. E’ difficile che un brano venga rifatto esattamente allo stesso modo… questo è anche un limite… alcune cose vanno perse. Per sempre.

Vi considerate piu musicisti , compositori o semplicemente artisti che usano diverse modalità espressive?

La seconda.

Delle vs. uscite discografiche quale considerate la piu riuscite e quale la meno?

Non saprei… Nostalgicamente dico che “Giant clowns of the solar world” pur essendo del ‘96 è un disco ancora straordinariamente attuale ed arioso. Poi ci sono stati dischi che forse non rifaremmo. “Musica Humana” del 1999 e che per coincidenza viene ristampato da Lizard  a marzo 2016 ci sembrava un po’ datato. Riascoltandolo oggi però ha dentro molta vita, forse con delle ingenuità, ma con molta vita…






Dal 2000 le vs produzioni sono diventate meno frequenti da cosa dipende?

Dal 2000 al 2010 abbiamo fatto tanto in altri ambiti. Teatro, danza, viaggi, e qualche turbamento emotivo…E’ stato utile e come se molto materiale si fosse sedimentato lasciandosi il tempo di uscire senza affanno… poi dal 2010 in poi è riapparso.

Avete parzialmente prodotto il vs. ultimo CD con un finanziamento tramite internet come considerate l’ esperienza e la ripeterete in futuro?

“Fino alla fine della notte” in parte è stato prodotto con una campagna di fundraising, ma l’esperienza non ci è sembrata molto interessante. Le persone che hanno contribuito erano quasi tutti nostri amici o conoscenti. Sarebbe servita una comunicazione/promozione piu forte da parte del portale che abbiamo usato. E poi quest’ ansia del tempo che scade. Bisogna arrivare a tutti i costi all’obiettivo entro 30 giorni. No non credo che ripeteremo la cosa…





Dopo l’uscita del CD “Fino alla fine della notte” quali sono i vs. progetti futuri?


Come dicevo prima a marzo uscirà la ristampa di “Musica humana” disco legato alla nostra esperienza col Consorzio Produttori Indipendenti. Probabilmente nel 2017 uscirà un'altra ristampa di “ A tutti gli uragani che ci passarono accanto” il disco piu vicino alla forma canzone che abbiamo fatto. Nei prossimi mesi inizieremo a lavorare per il nuovo disco “ Via lattea”. Sarà un disco alla ricerca del “femminile” arcaico. Con tanti ospiti. Ma ora è presto per parlarne… Dal vivo metteremo in scena “Labyrinthos” un rituale sonoro di spaesamento e rinascita. Piu un atto psicomagico sulla scia di Jodorowsky che uno spettacolo.


BLOG DEGLI ENTEN HITTI


ALCUNI VIDEO:
                     













giovedì 31 marzo 2016

Intervista con ROBERTO MAGGIONI (ETERNAL ZIO)






Quale è la filosofia di vita degli Eternal Zio se ne esiste una comune?

Non credo ne esista una comune. Ci sono cose che ci piace fare insieme, c'è una forte complicità e condivisione. Alcuni di noi hanno convissuto, ci conosciamo e frequentiamo intensamente da tempo, ma non credo si possa sintetizzare tutto ciò in una filosofia di vita comune. Potremmo, forse, ritrovarci in un approccio comune alle cose, ealla vita, che definirei punk. Ci piacciono il paradosso e le idee radicali.




Cosa vi ha spinti a fare musica e quali sono le vostre fonti di ispirazione?

Parliamo ovviamente solo di Eternal Zio, altrimenti ci sarebbe da raccontare una storia per ciascuno di noi. Eternal Zio nasce perché tre di noi vivevano nella stessa casa, Ca' Blasè, dove facevamo anche concerti. A un certo punto ci siam ritrovati in casa un violino, una ghironda, degli organetti. Suonandoli ne è nato un concerto casalingo a nome Eternal Trio. Poi si è aggiunto un quarto elemento e abbiamo scelto in nome Eternal Zio. Non avevamo la minima idea di quello che stavamo facendo e non ascoltavamo musiche simili a quelle che stavamo suonando.
Poi col tempo la formazione è mutata, l'inconsapevolezza iniziale si è un minimo strutturata, e ora Eternal Zio è uno dei figli di quella esperienza.








La scena musicale italiana “alternativa” ha dato notevoli segni di risveglio negli ultimi anni vi sentite parte di questo movimento? Avete buone relazioni con qualcuno ?

Si è parlato di “italian occult psychedelia”, si è divertente. E' normale inventarsi etichette, scene, nomi, filoni. Ai giornalisti serve per creare una storia, una narrazione, ai musicisti per sentirsi meno soli. Poi, a volte ci si azzecca, altre volte no. Le scene per come le abbiamo conosciute fino a una quindicina di anni fa non esistono più, esiste la rete. Buone relazioni si, direi con tutti quelli che abbiamo incrociato in questi anni. Con alcuni poi si è sviluppato un rapporto fraterno, ad esempio con gli How much wood would a woodchuck chuck if a woodchuck could chuck wood? o con Above the Tree, Be My Delay, Donato Epiro, Lepers.



Vi sentite piu musicisti o non musicisti?

Ci piace suonare, fino ad oggi non ne abbiamo potuto fare a meno. Quindi si, siamo un pochino musicisti, ma non facciamo i musicisti.






Quali sono le fasi della nascita di un nuovo pezzo della vs. musica?

Improvvisazione. Quando vogliamo registrare ci mettiamo a improvvisare, registriamo, riascoltiamo e tagliamo le parti che ci convincono di più. Anche i live sono sempre improvvisazioni.


Can, Lard Free, LAFMS, Smegma, Faust, No Neck Blues Band, Pelt, Sunburned Hand of the Man Tasaday vi sentite affini a qualcuno di questi gruppi?

Ecco, i Pelt ad esempio sono stati una scoperta recente, grazie a Gher degli How much... e quando li abbiamo sentiti abbiam pensato “merda...ma questi siamo noi”. Noi inteso come I primi Eternal Zio, quelli con violino e ghironda in primo piano.
I gruppi che hai citato li conosciamo, ci piacciono, ma non sono tra le cose che più ci fanno impazzire.






Come si svolgono i vs. concerti dal vivo?

Come dicevamo sopra sono al 90% improvvisazione, che poi nei tour trova una suo ciclicità in alcune parti, ma sempre improvvisazione resta. Ci piace stare più possibile vicini a chi ci ascolta. Se possiamo scegliere, preferiamo suonare un po' fatti che totalmente sobri.




Qual è stata la migliore situazione “live” che avete vissuto?

Tutte :)
Se proprio dobbiamo scegliere, alla Cripta a Torino, in Torchiera a Milano, alla sinagoga a Ivrea, a Zurigo, un festival in montagna a Rovereto… ma anche l'ultimo concerto qualche settimana fa alla casa occupata di via Gorizia a Milano è stato gran figo. E poi tutti i live fatti dai fratelli di Hybrida a Udine e dintorni.








Ho letto che gestite il locale Ca’ Blasé nella profonda Brianza mi potete raccontare qualcosa di questa esperienza? Questo vi ha arricchiti da un punto di vista musicale?

Ca' Blasè non è un locale, era casa nostra. Ci vivevano ¾ di Eternal Zio. Facevamo concerti in casa, era una situazione molto aperta all'esterno e agli amici. Sono stati cinque anni fantastici. Stare troppo fermi in un posto però ti ammazza, ora ci siamo trasferiti ma continuiamo a fare concerti a Milano come Ca' Blasè: casa diffusa ovunque.





Maurizio Abate è un membro effettivo del gruppo o un amico che ogni tanto collabora con voi?

E' un amico fraterno e parte fondante di Eternal Zio. Ora è molto impegnato con altri progetti e non sta suonando con noi, ma in futuro chissà.
  

Avete altri interessi artistici oltre la musica?

Riot e mondi paralleli.







Potete dirmi qualcosa in piu su “Sirchiettone” il pezzo della compilation?

Uhmm....non c'è molto da aggiungere alla musica :)

  
Quali sono i vs. progetti futuri?


Capire se c'è una strada e una direzione da percorrere, musicalmente parlando. Noi siamo in movimento, vediamo. 





ALCUNI VIDEO







Intervista con ANDREA FACCIOLI e STEFANO ROVEDA (Å)


























Qual è lo stato attuale del progetto Å ? Provate regolarmente?
Stefano: E’ un progetto vivo ma attualmente in sedimentazione, non esistono prove regolari.

Mi avete detto  che avete un disco in gestazione da sette anni, non avete mai pensato di auto-produrlo? I brani si sono modificati nel frattempo?

Stefano: Avendo pronta una grafica meravigliosa ed una etichetta alle spalle non ci è mai venuto in mente di auto produrre il disco. Sicuramente oggi i brani sarebbero diversi essendo noi individui diversi.

Andrea: Sarebbe praticamente quasi tutto pronto, dovrebbe essere solo pubblicato, ma sono tempi difficili per band ed etichette.













Mi raccontate la formazione musicale e le attività dei tre musicisti coinvolti? Mi sembra di aver capito che la vs. vita si muova tra Trento e Verona cosa mi dite della scena musicale dell’area?

Stefano: Sono un musicista classico, questa è la mia professione, la scena trentina non è al momento entusiasmante.

Andrea: Io e Paolo (che ora ha abbandonato il gruppo) , siamo di Verona. Qui c’è sempre qualcosa in movimento alla fine. I locali sono sempre meno e si fa sempre piu fatica a suonare, soprattutto se proponi un certo genere. Io da qualche anno sono coinvolto come musicista in diversi progetti, Cisco e Le Luci Della Centrale Elettrica, per esempio, ed il mio progetto strumentale e solista Cabeki. Anche per questi ns. impegni gli Å hanno perso un po’ la nostra attenzione. Ma sulla carta esistiamo ancora.









Come vi ponete dopo 9 anni rispetto al vs. primo ed unico disco? Avete nel frattempo registrato del nuovo materiale?

Stefano: Abbiamo tutto il materiale del secondo disco ed il materiale scartato. Il primo disco è frutto di un momento in cui le energie erano ad un punto molto alto ma il materiale del secondo forse è piu interessante e maturo.


Io vi ho visto in occasione del concerto di Tony Conrad a Milano. Considerando che i Faust sono uno dei vs. gruppi preferiti vi ha fatto piacere incontrare e suonare con Tony?

Stefano: L’hai anticipato tu come non entusiasmarsi al fianco di una leggenda.
Andrea: Poi è un personaggio divertente e disponibile. Con noi si pose in modo naturale e coinvolto… sembravamo veramente una nuova band. In piu con noi c’era l’amico batterista Andrea Belfi, il che ha impreziosito il tutto notevolmente.

Considerando che uno di voi è di formazione classica, come nascono i vs. pezzi ? Da improvvisazioni o sulla carta?

Stefano: Nascono dal confronto verbale, dal proporsi un’idea ed uno scenario, dall’ascoltarsi ma non c’è nulla di scritto.







Recentemente sono nati in Italia molti gruppi cosiddetti “psichedelici” che si rifanno al krautrock degli anni 70’ vi sentite affini a loro o pensate che il vs. percorso sia molto diverso?

Stefano: Personalmente penso che il nostro percorso sia stato diverso ma con ciò non necessariamente migliore.
Andrea: Diciamo che noi non ci siamo mai detti “ facciamola alla Can o alla Faust”, il nostro è sempre stato un approccio creativo non di maniera.


In un periodo in cui è molto difficile organizzare delle date come va la vs. attività concertistica?

Stefano: Personalmente mi muovo ultimamente solo con la musica classica e antica ed essendo musica accettata dalle istituzioni e dalla società gode di un certo seguito e di un certo numero di concerti.
Andrea: Come dicevo prima potrebbe andare peggio, si fa fatica ma ci si muove e c’è sempre un interesse di base , sia da parte di chi organizza sia di chi ascolta.









C’è qualche musicista nel mondo o in Italia con cui siete in contatto oltre a l’ottimo Xavier?

Andrea: di musicisti ne conosci sempre molti e anche molto bravi ed interessanti. E’ il bello del nostro lavoro.








Quale sarebbe il vs. desiderio piu grande per il futuro del vs. gruppo?

Stefano: Sicuramente fare uscire il disco, e di conseguenza promuoverlo adeguatamente.

Volete dire qualcosa sul vostro pezzo “Primo”  della compilation OOS3?

Stefano: Un ottimo pezzo noise-pop (scherzo)

Andrea: E nato da una impro di me e Stefano poi arrangiata in corso d’opera con l’aggiunta di batterie suonate da entrambi in contemporanea e  loop noise/orchestrali. Molto divertente ma intenso.

Sito di Andrea Faccioli