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martedì 24 febbraio 2015

E il cinema!? (2) FORCE MAJEURE di RUBEN OSTLUND (Svezia)

Ecco i film visti in settimana:

The world is big and salvation lurks around the corner di Stephan Komandarev (Bulgaria) 2008 **
Puhdistus di Antti Jokinen (Estonia) 2012 ***
Grigris di Mahamat Saleh-Haroun (Ciad) 2013 ***
Bekas di Karzan Kader (Kurdistan) 2012 ***
Molière in bicicletta di Philippe Le Guay (Francia) 2013 ****
                                                                             +






Force Majeure o Tourist e un grande film del regista svedese Ruben Ostlund che coniuga le atmosfere visive di Roy Andersson con i turbini interiori di Ingmar Bergman. Fotografia e musica contribuiscono a creare il clima sognante ed inquietante che attraversa tutto il film. La maestosità della natura viene contrapposta alla fragilità dell'uomo e dei suoi sentimenti. 























                      intervista con il regista in inglese

                     trailer

lunedì 16 febbraio 2015

E il cinema?! : A FIELD IN ENGLAND di BEN WEATHLEY (Gran Bretagna)

Inizia qui il mio vezzo di presentare i film che vedo e mi emozionano.

i film visti in settimana:
Jin di Reha Erdem (Turchia) 2013 ****
Wara no tate di Takashi Miike (Giappone) 2013 **
Blind di Eskil Vogt (Norvegia) 2014 **
Apnea di Roberto Dordit (Italia) 2005 **
+

Parto da questo film psichedelico girato da uno dei registi emergenti del cinema inglese di oggi in un campo in Inghilterra con soli 5 attori ed un budget, si dice, di soli 300.000 euro.
Mi ha colpito per la trama sconclusionata uno stupendo bianco e nero e la bravura degli attori.




Ben Wheathley














Il trailer UK:




                              intervista al regista in inglese

sabato 14 febbraio 2015

HORDE CATALYTIQUE POUR LA FIN/ GOA AND FRANKY BOURLIER/ARTHEA

                    HORDE CATALYTIQUE POUR LA FIN




Nizza è una località turistica della Francia meridionale ed è la quinta città della Francia per popolazione. Qui un gruppo di giovani artisti di mentalità aperta fondò nel 1967 il gruppo Horde Catalytique pour la Fin. Essi erano Georges Alloro (Goa), Francois (Franky) Bourlier, Jacques Fassola, Gilbert Stuerga (Gil Sterg) and Richard Accart. La loro musica nasce da un lavoro sul suono, un corpo a corpo con i propri strumenti. Il loro lavoro non si basa su nessun genere di improvvisazione scritta. Il gruppo suonava sia strumenti della cultura occidentale che strumenti della cultura medio-orientale e orientale nonché strumenti africani.


 " Volevamo  la materia sonora, la materia sonora grezza, prima che fosse trattata o modellata da ogni genere di codice culturale. Volevamo anche scoprire la musica del mondo e ciò che essa avrebbe potuto rivelarci dell'universo musicale".




Nel 1971 , dopo quattro anni di attività, esce il loro primo album "Gestation Sonore" (Gestazione Sonora) registrato in presa diretta al teatro di Nizza.

Nel retro di copertina si trova la loro filosofia musicale:

" La Gestazione sonora non è un nuovo tipo di musica. La musica deve sempre esprimere qualcosa. Sebbene la società costituita, non detti  leggi in proposito, la musica stimola i cuori con i suoi ritmi allucinati e li culla con la sua melodia. Tutto ciò è un mito. L'organizzazione della società ed il nostro corpo tirano le fila. Se ci sentiamo forti sognando della nostra vita tra la culla e la caserma continueremo a suonare ed ascoltare la canzone di Edipo.E' più facile non capire. Ma le nostre orecchie non hanno palpebre.Possono essere violate o programmate ma continuano ad ascoltare.....La Gestazione sonora non è preparata, non è neppure un improvvisazione dato che è basata solo sugli strumenti e sul palco.Si muove come un sonnambulo, e se una struttura sonora prevale su un altra ciò dipende esclusivamente dall'ascoltatore e non dalla musica. La nostra relazione con i nostri strumenti è un processo dove l'azione viene prima del pensiero.Questo implica un vero cambiamento del modo di ascoltare. Vogliamo che l'ascolto produca emozioni senza il sostegno della memoria. Questo perché la memoria durante il tipo di ascolto tradizionale , basato sulla censura e la logica, trova le sue fantasie  ed i  propri codici abituali sebbene questi siano decantati o distrutti. Noi stimoliamo l'ascolto a disorganizzarsi, a perdere anima e corpo per avere un nuovo risveglio pieno di desiderio."
  





Durante il suo ultimo periodo d'esistenza il gruppo girava con un museo itinerante:

15 grosse casse- 23 m3di materiale- 270 tipi di strumenti che avevano bisogno di lunghe e delicate accordature, un preparazione scenica ed acustica molto complicata, senza considerare i costi di trasporto ed assicurazione.
Questa è una delle ragioni che portò allo scioglimento del gruppo nel 1973.
Richard Accart si spostò a Parigi e continuò la sua attività di sassofonista jazz e disegnatore industriale. Jacques Fassola sviluppò la sua attività di pittore, scrittore e musicologo, Nessuna notizia sulla fine di Gilbert Stuerga.



GOA & FRANKY




Georges Alloro e Franky Borlier invece hanno continuato seguendo i principi della "Gestazione Sonora" ed hanno cominciato a costruire ed usare sul palco i loro nuovi strani strumenti come "Goa & Franky Bourlier"

Francois "Franky" Bourlier  nato, per caso, a Londra nel 1944, dove suo padre  si era rifugiato in fuga dal regime di Vichy. Suo padre era un ufficiale diplomatico coloniale. Cosicché come ragazzo segui la sua famiglia in molte colonie francesi rimanendo pervaso dai suoni e dalla musica locale. A 13 anni, essendo in Africa, incominciò a suonare il piano e la batteria, e nonostante la riluttanza della famiglia, incominciò a suonare in piccoli gruppi jazz o di musica commerciale. Iniziò anche a suonare con musicisti locali imparando l'uso degli strumenti africani: balafon, sanza e molti tipi di percussioni. A 18 anni decise di dedicare la sua vita alla musica e iniziò gli studi di organo divenendo maestro di coro in una piccola città dell Francia centrale.





Georges Alloro ,nacque a Nizza nel 1946, suo padre era idraulico. Cosi da giovane incominciò ad imparare le tecniche di modellazione del metallo e del legno: saldatura, fusione.....
A 14 anni scopri la chitarra, poi il violoncello e la tromba in seguito molti altri strumenti a fiato. Contemporaneamente si impegnò in molti tipi di musica jazz, commerciale, classica e contemporanea. Tornando dal servizio militare incominciò lo studio della musica classica dell'India settentrionale e del linguaggio sanscrito. Iniziò pure a costruire nuovi strumenti per moltiplicare le possibilità di combinazioni di suoni.






Nel  1974 i duo fanno uscire l'album " Horizon"sotto il nome di  Goa et Franky Bourlier







   Ecco alcuni degli strumenti suonati nel disco









Arthéa

Durante la preparazione di Horizon  Goa e Franky fondano Arthéa un gruppo che si dedica alla musica da tutto il mondo ; un concetto che non era molto popolare all'epoca, e continua la ricerca su nuovi strumenti per creare nuovi suoni.




"Ciò che ci ha fatto incontrare 15 anni fa, è stato il desiderio e la volontà di lasciare l'universo ripetitivo e orchestrato proposto dalla musica classica, contemporanea, jazz o pop.Tutti questi tipi di musica accettano di essere sottoposti ad un ordine estraneo e a delle leggi che non sono in relazione con l'universo sonoro. Tali leggi derivano dalle ideologie e trovano i loro fondamenti nelle : scale temperate, nelle opere musicali, nelle tecniche di composizione musicale, nella notazione musicale e negli spartiti.Tutto ciò nasconde totalmente la vera musica, con una grande azione diversiva.






 Da tempo, abbiamo dimenticato e perso quale è l'obiettivo principale della musica, quello di essere in in sincronia con il mondo, di essere in risonanza in empatia e armonia. E attraverso tutto questo essere uno spunto per arrivare alla conoscenza. La vera conoscenza che non significa semplicemente l'accumulo di nozioni ma la vera trasformazione dell'essere umano. Il musicista che segue questa strada non è quindi un creatore di suoni ma semplicemente un operaio del suono. Egli sa che nel cuore profondo della musica troverà il silenzio, l'ascolto e l'anonimato.





Per dare all'ascolto la possibilità di seguire nuovi percorsi all'interno del silenzio sa di dover rimuovere tutti i propri personalismi. Deve allontanarsi da ogni preconcetto o obiettivo personale. Deve essere vuoto per sostenere ciò che può nascere. Ma la cultura occidentale è molto lontana da ciò ai giorni nostri. Il mio lavoro è quello che "Io" compongo dove "Io" esprimo le mie idee e i miei sentimenti. Non stiamo parlando di stelle della musica o dell'onnipresente sistema commerciale. Lo spartito separa il creatore dall'esecutore. La notazione musicale distrugge una delle principali caratteristiche della musica: il movimento. Le scale temperate riducono l'universo musicale alle 12 note della gamma dodecafonica. Solo gli intervalli compresi in questo nuovo ordine armonico sono ammessi, il resto è eliminato o dimenticato.




Bach, Rameau ed il fisico Werkmeister sono i padri di questo nuovo ordine armonico. Prima delle scale temperate, i modi antichi, usati nella musica europea, erano basati sull'armonia fisica dove ogni suono che nasceva produceva altri suoni più appuntiti chiamati armonici. Questa ricchezza naturale del suono non permetteva di mischiare differenti modi e tonalità e di suonare più note contemporaneamente (accordi). Dato che gli armonici, suonando più note contemporaneamente creano delle dissonanze. Considerando ciò Werkmeister si mise a "correggere la natura" creando un armonia "ragionata".Egli divise l'ottava in 12 semi toni uguali ed immutabili.Cosi le note risultavano leggermente falsate rispetto alla perfezione naturale ma perfettamente corrette considerando la scala nel suo insieme. Johann Sebastian Bach mise in pratica questa nuova armonia nei « 24 preludi e fughe per piano ». Contemporaneamente comparve in Francia il trattato di armonia di Rameau che si basava sugli stessi principi. Rameau inoltre doveva diventare il primo grande teorico della musica occidentale. Con lui si assiste all'istituzionalizzazione dell'ordine e della matematica come garanti della musica. 








A prima vista tutto ciò non sembra grave e sopratutto ormai siamo tutti talmente abituati! Ma proprio in conseguenza dell'affermazione di questa armonia temperata l'occidente incominciò a perdere la precisione ed il senso della musica. Alla precisione veniva preferito il conforto della ragione. Gli strumenti vengono accordati ora su una scala decisa dall'uomo : i musicisti possono ora destreggiarsi in tutta libertà. E perché bisognava impedirsi di agire in questo modo? Solo perché cosi agendo si sarebbe perduta la chiave dell'universo sonoro ma si sarebbe spalancata un altra porta dietro a cui stavano tutti i capricci dei gusti e le speculazioni dell'intelletto. I suoni non sono delle entità astratte , manipolabili senza conseguenze. Sono parte di un tutto che comprende il nostro universo interiore ed esteriore. Legati a questo tutto, legati al corpo, ai suoi organi, al suo cuore, alle sue emozioni, ai suoi pensieri, al movimento del tempo, alle dimensioni dello spazio. Ed è in funzione di tutto ciò che hanno un senso. Ma questo senso risulta comprensibile solo se si rispettano le leggi naturali dell'ascolto e della creazione sonora: un suono è  fondamentale se legato ai suoi armonici: non può essere compreso che un suono per volta ( come non si può che comprendere una persona che parla alla volta e non due, tre o quattro persone per volta a meno che non dicano la stessa cosa contemporaneamente): il suono non può essere compreso se non riferendosi a una base, la tonica (fenomeno del feed-back) dato che ciò che fa la musica non sono le note fisse, le frequenze prestabilite, ma il movimento degli intervalli.E gli intervalli non possono essere sentiti in modo preciso e compresi senza punti di riferimento. Questo genere di leggi è stato ignorato dall'occidente perché un loro riconoscimento avrebbe portato alla fine di questo bell'ordine ragionato costituito. Ciò avrebbe portato alla fine dell'illusione che la teoria potesse realmente comprendere il mondo opponendosi alla semplice realtà infinita. Ma che abbiamo da perdere? La Gestazione sonora si situa in questo punto, in questo momento di sfaldamento dove appare evidente la fine del temperamento e  conseguentemente e l'intuizione che la musica è il linguaggio del risveglio. La Gestazione sonora si appoggia su due tipi di lavoro. Il lavoro intimo dei musicisti su se stessi e in se stessi per ritrovare il luogo da cui scaturisce il suono prima che su di lui venga scritto,pensato o detto qualcosa. Il lavoro di ascolto, di studio di altre musiche del pianeta, perché malgrado le loro differenze esse provengono dalla stessa fonte e alcune di esse hanno saputo mantenere viva la funzione essenziale della musica : quell'accordo profondo tra l'uomo ed il mondo che apre un cammino di conoscenza.






Le tecniche, il laboratorio. La parte tecnica del nostro lavoro deriva direttamente dalla musica che cerchiamo di fare. Contemporaneamente al fatto che abbiamo percepito che dovevamo uscire dall'universo della musica temperata abbiamo sentito il bisogno di nuovi strumenti. Gli strumenti che si trovano in occidente sono concepiti per suonare nell'ambito della melodia temperata. Per esempio le corde simpatiche sono state soppresse e gli armonici sono stati soffocati. L'armonia fisica è stata ridotta a ciò che poteva essere concepito dalla ragione , il suono è stato neutralizzato, gli è stata messa la museruola ed è stato messo al servizio dell'armonia teorica. Ed è facendo tacere la realtà del suono che la musica occidentale ha potuto svilupparsi. A noi che cerchiamo il suono oltre le sonorità usate abitualmente servivano dei nuovi strumenti. Questi strumenti abbiamo cominciato a trovarli presso gli altri: strumenti africani, indiani, dell'isola di Bali, del Giappone etc.etc.Li abbiamo ascoltati e suonati. E ci siamo resi conto che anche questi strumenti erano in qualche modo influenzati dalla loro cultura ed erano stati concepiti per essere suonati in un certo modo e per ottenere un certo tipo di musica definita.Ma rimaneva da fare un altro tipo di lavoro: liberare i suoni perché suonino in modo naturale con tutti i loro armonici, immaginare e costruire gli strumenti di cui avevamo bisogno. E ciò è stato possibile perché Goa aveva l'arte manuale a sua disposizione, artigiano idraulico da quando aveva 14 anni con suo padre, aveva acquisito una conoscenza della materia che gli ha permesso di realizzare gli strumenti che sognavamo. Per meglio dire, questi strumenti si sono in qualche modo imposti a noi in funzione della nostra pratica di musicisti. Avevamo bisogno di suoni gravi (come si trovano nella musica tibetana) e quindi abbiamo costruito delle grandi trombe. Avevamo bisogno degli strumenti a corda ricchi di suoni dove si sentissero distintamente gli armonici di ogni nota suonata, abbiamo quindi messo delle corde simpatiche e dei cavalletti a vibrazione di armonici su degli strumenti a corda da noi fabbricati. Avevamo bisogno di suoni potenti, abbiamo quindi aggiunto degli  amplificatori ai nostri strumenti e fatto uno studio sui cavalletti per ottenere una migliore trasmissione della vibrazione. E nell'ambito di questo studio che abbiamo creato il cavalletto "dissociato". Il cavalletto tradizionale serve a distribuire le vibrazioni delle corde su una tavola armonica. Questa tavola fa parte della struttura dello strumento e nella maggior parte dei casi deve resistere alla tensione delle corde. Ciò di fatto blocca certe vibrazioni e amputa lo strumento di certe frequenze, Al contrario il cavalletto "dissociato" è fissato direttamente sulle corde e distribuisce la vibrazione ad una tavola armonica e a dei risuonatori totalmente indipendenti dalla struttura dello strumento, permettendo cosi di ottenere una grande percentuale di vibrazioni in più. 





La maggior parte dei nostri strumenti sono fatti di acciaio inossidabile. Ciò semplicemente perché il trattamento dell'acciaio inossidabile è molto simile a quello dello zinco, e che Goa, padroneggia da quindici anni la tecnica di lavorazione dello zinco.Contemporaneamente abbiamo scoperto l'utilizzo di altri materiali. Attualmente lavoriamo molto con materiali contemporanei, come il poli-metacrilato, i policarbonati, i siliconi e le resine. Le tecniche di lavoro che applichiamo non sono quelle della liuteria tradizionale. In quest'ambito siamo totalmente autodidatti anche se ci riconosciamo e condividiamo le regole di base. Utilizziamo anche tecniche di altri mestieri con un buon numero di combinazioni diverse. E meglio conoscere un po di tutto per potere rimuovere gli ostacoli che si presentano quando si costruisce una cosa che non si è mai fatta. Per esempio gli ultimi pezzi di flauto contrabbasso sono fatti con dei martelletti a forma di medaglia rettangolare piatta levigati come uno specchio su cui si picchia.Questa tecnica è ormai desueta ma consente di ottenere dei manufatti molto lisci.Il nostro armamentario è un misto tra il bricolage ed arnesi specifici relativi agli strumenti da fabbricare, Ricorriamo spesso a materiale di recupero come, motori di lavatrici (due sensi di marcia)  che possono diventare motori per pulitrici o trapani, i compressori dei frigoriferi sono utili per la compressione ed il sotto vuoto, le pompe che permettono il trasferimento dei liquidi etc.etc. Abbiamo comunque dei mezzi limitati che ci permettono la fabbricazione di prototipi ma non la realizzazione di strumenti in serie. Anche la parte di ricerca ovviamente risente dei mezzi limitati a disposizione. La camera anecoica che abbiamo costruito ci è stata assolutamente indispensabile per studiare i corpi vibranti, il trasporto delle vibrazioni e l'amplificazione acustica. L'abbiamo costruita con il materiale a disposizione:paglia, catrame e materiali recuperati qua e la. Ma come per il laboratorio questi mezzi limitati riducono e frenano la nostra attività.Ma comunque avanziamo, in questo momento abbiamo un lavoro di ricerca e realizzazione programmato: percussioni a tensioni variabili, flauti con fori mobili che permettono il cambiamento di tonalità, uno strumento a corde che superi le possibilità della chitarra avvicinandosi a quelle del sitar. Pensiamo negli anni a venire di avere la possibilità di fornire ai musicisti amatoriali ed ai professionisti strumenti su misura che gli permettano concretamente di fare la musica che corrisponda esattamente ai loro bisogni"




L'unica pubblicazione del gruppo Arthèa è  "Passages" un LP-CD uscito nel 1987 per l'etichetta Wergo tedesca dove si perdono le asperità sperimentali dei precedenti Album e ci si incammina in un percorso di musica "etnica" suonata con strumenti non convenzionali.






Georges Alloro ha professionalizzato la sua attività di costruttore di strumenti diventando "Maitre d' Art" (Maestro d'arte) della Repubblica Francese riuscendo cosi a diffondere i suoi strani strumenti in giro per il mondo (tra cui una chitarra speciale per il gruppo rock degli Scorpions). Arthéa esiste ancora e produce delle sonorizzazioni in giro per la Francia. Ho provato a contattare entrambe i musicisti per un intervista ma senza alcun tipo di risposta.









un estratto da Passages 






domenica 8 febbraio 2015

Intervista a RICCARDO SINIGAGLIA (FUTURO ANTICO, DOUBLING RIDERS, CORRENTI MAGNETICHE, ENSEMBLE ELETTROACUSTICO)

  


Quando hai avuto il tuo  primo contatto con la musica ?

Da ragazzino un giorno ho ascoltato un disco di Listz e sono rimasto folgorato.



                               


Ci puoi parlare delle principali tappe della tua formazione musicale?
Appassionato di musica classica ero iscritto alla gioventù musicale e non perdevo un concerto in sala Verdi al Conservatorio.

Poi ho iniziato a suonare il pianoforte e mi sono iscritto al corso di musica elettronica tenuto dal M° Angelo Paccagnini, un grande insegnante e musicista aperto all'improvvisazione e a tutte le esperienze musicali, penso che se ora faccio il musicista ed insegno lo devo a lui, altri insegnanti mi avrebbero fatto passare la voglia.




Angelo Paccagnini



Compositore, Esecutore e Insegnante, pensi che questi tre ruoli siano perfettamente bilanciati nella tua attività musicale o ritieni che potrebbero essere meglio distribuiti nella tua vita di musicista?
Insegnare è molto bello, permette di imparare sempre qualcosa nel rapporto con gli allievi che sono spesso geniali.

Compositore ed esecutore sono ruoli distinti nella tradizione occidentale, io invece li fondo insieme perchè sento entrambe le esigenze e dato che amo lavorare molto con l'improvvisazione la trovo una sorta di composizione istantanea.






Ritieni che l’insegnamento sia anche fonte di ispirazione e apprendimento?
Certo, il rapporto con gli allievi è un rapporto di scambio reciproco e permette di restare sempre aggiornati.

Il rapporto è bidirezionale, tanto si insegna agli allievi altrettanto si apprende da loro.





Penso che sia interessante spendere due parole su come si è sviluppato ne tempo il tuo rapporto con il Conservatorio di Milano da alunno a docente.

Con Paccagnini avevo un rapporto che era anche di grande stima ed amicizia per cui mi portava sempre con se come assistente anche d'estate quando faceva corsi di perfezionamento. In Conservatorio c'era la figura del tirocinante per cui dopo il diploma continuavo a frequentare per insegnare agli allievi del primo anno.

Quando Paccagnini ha lasciato il corso diventando direttore di conservatorio è entrato al suo posto Riccardo Bianchini un suo allievo che aveva finito il corso l'anno in cui io iniziavo. Dopo poco tempo lui si è trasferito a Roma e quindi ho potuto iniziare ad insegnare a Milano dove sono sempre rimasto.





A tale proposito vale forse la pena di parlare dell’Ensemble Elettroacustico e di Uroboro Orchestra? 

Da molti anni abbiamo avviato un corso di improvvisazione con strumenti elettronici, inizialmente lo facevo con Gaetano Liguori che era stato pure allievo di Angelo poi però è risultato un problema per l'istituzione fare un corso con due insegnanti presenti e quindi ho dovuto proseguire da solo per gli allievi del nostro dipartimento.

I risultati del lavoro fatto in questi anni si possono vedere nel mio canale Youtube.






Che ruolo ha l’improvvisazione nella tua musica e nella tua attività compositiva?

Un ruolo importante, cerco sempre un equilibrio tra le due opposte polarità di composizione ed improvvisazione.



                                                           Futuro Antico

Quali effetti pensi abbia avuto l’effervescenza musicale della Milano  degli anni 70 sulla tua musica?

Era un tempo pieno di vita e di idee nuove, pensavo fosse il caso di liberarsi dai condizionamenti della musica d'avanguardia ormai diventata accademia, poi è come se tutto adagio adagio si ingrigisse e normalizzasse, per fortuna oggi nei giovani vedo tornare la voglia di libertà creativa.





Quando hai iniziato ad occuparti di musica elettronica? E a quando risale il tuo amore per i suoni africani e medio-orientali?

Forse verso il 70 quando ho comprato il piano elettrico e ho iniziato ad ascoltare da un lato compositori come Berio e Stockhausen e dall'altro la musica di Ravi Shankar e simili.
Al tempo stesso ho iniziato ad ascoltare anche il jazz e musicisti come Jimi Hendrix in cui sentivo una grande forza primordiale con suoni che si avvicinavano a quelli della avanguardia colta.

Poi nel 73 ho comprato il Moog.







Ci puoi sintetizzare le tue sensazioni attuali sulle opere registrate a tuo nome  Watertube/Ringspiel;Riflessi; Scorrevole 3/Fluttuazioni e Correnti Magnetiche?

Mi piacciono sempre, le ascolto ancora con piacere se capita.






Puoi raccontarci approfonditamente l’attività del nucleo artistico “ Correnti Magnetiche”?
Nacque dal mio incontro con Mario Canali e dalla comune passione per l'arte digitale e il simbolismo.
Inizialmente io facevo anche il video in basic e le musiche per Mario, poi pensammo che era meglio dividerci i compiti e quindi io ho continuato con la parte musicale. Ci tenevamo al concetto di arte collettiva e gruppo per cui poi ci siamo allargati e hanno partecipato anche Flavia Alman e Sabine Reiff per il video e Tommaso Leddi, Gabin Dabirè e Maurizio Dehò per la musica.
Abbiamo iniziato a fare concerti live in cui Mario dipingeva con la tavoletta grafica e il videoproiettore seguendo le nostre improvvisazioni.
Tra concerti, video ed installazioni siamo stati presenti dappertutto e abbiamo preso numerosi premi, al festival Ars Electronica di Linz abbiamo preso incredibilmente il secondo premio dietro a John Lasseter della pixar che aveva dietro di se una organizzazione enorme e i finanziamenti di Steve Jobs.
Purtroppo Mario si è stufato delle complicazioni digitali e si è trasferito a Laurel Canyon (Los Angeles) luogo famoso per l'omonimo disco di John Mayall ed è tornato alla pittura su tela.

Siamo comunque sempre in contatto.






Ci parli della genesi di Futuro Antico?

Dopo il ritorno di Walter Maioli da un viaggio in oriente di 4 anni ci siamo ritrovati e abbiamo iniziato a suonare insieme (primo lp Futuro Antico) in seguito è arrivato Gabin Dabirè che Walter aveva conosciuto in Nepal e ci siamo subito trovati in sintonia.







Possiamo considerare Futuro Antico come l’evoluzione naturale degli Aktuala?


In un certo senso si, dato che Walter era la guida degli Aktuala.

Futuro Antico ha iniziato con la pubblicazione di 2 cassette autoprodotte ci puoi parlare di come sono nate?


A quel tempo avevamo fatto anche una associazione culturale e ci  eravamo autoprodotti per vendere le cassette nei concerti, aiutati da un numeroso entourage di amici e collaboratori entusiasti.








Sei soddisfatto della recente ristampa della prima cassetta e dell’album da parte della Blacksweat?
Si molto anche perchè in un anno sono già alla terza ristampa e ora oltre all'LP fanno pure il CD.

Sono giovani molto corretti che come ADN lavorano per amore della musica e non per business, come del resto faccio anche io.

E relativamente al misterioso e pressoché introvabile CD  “ Intonazioni Archetipe” che mi dici?

Era stato fatto in piccola serie per prova ora siamo in contatto con un etichetta fiorentina che dovrebbe stamparlo come LP.







Futuro Antico è quindi un gruppo in “letargo” o pensi che la sua avventura sonora sia definitivamente finita?

Stiamo organizzando alcuni concerti per la primavera con l'aiuto di Blacksweat, quindi spero che esca dal letargo.





L’altro gruppo a cui hai partecipato in maniera continuativa sono i Doubling Riders, raccontaci di come è stato entrare in gruppo che già esisteva ed in che modo hai contribuito ad incidere sulla sua evoluzione.
Ci ha messi in contatto Marco Veronesi di ADN etichetta con cui incidevamo entrambi e il progetto del gruppo basato sulla collaborazione a distanza tra artisti diversi mi piaceva molto per cui ho iniziato a collaborare e sono entrato nel gruppo.
Doubling Riders è stato precursore dell'era internet solo che allora i nastri magnetici si spedivano per posta con una vera lettera di accompagnamento e quindi era tutto lento.





Anche tu, come Francesco Paladino, consideri “Garama” come l’opera piu riuscita del gruppo?

Anche il doppio Lp è molto bello.






                                                          The Doubling Riders



Puoi parlarci del progetto the Swimmers  Quartet /Quintet?

E un progetto nato da Alzek Misheff un pittore performer dotato di grande energia che ha coinvolto me, Maurizio Barbetti alla viola, Rocco Parisi al clarinetto basso, Maurizio Dehò al violino e numerosi altri collaboratori in alcuni concerti come Charles Amirkhanian, Theodosii Spassov e il grande Don Buchla.




                              Riccardo con Walter  Maioli


Quanto è importante per te la collaborazione sia a livello esecutivo che compositivo con altri musicisti?

Tanto perchè io credo nell'arte collettiva e nell'incontro tra persone che condividono l'amore per il suono e sono aperte a qualunque sviluppo.Mi piace anche suonare da solo, ma in questo caso quello che faccio è prevedibile, molto più stimolante anche se rischioso contaminarsi con altri e anche con altre estetiche.



     Sergio Armaroli                         Mario De Leo



Yuval Avital                 Ahmed Fakrun       Pietro Pirelli




Nel corso della tua lunga carriera di musicista ci sono state diverse collaborazioni di cui alcune hanno trovato uno sbocco su un supporto musicale ( Sergio Armaroli, Mario De Leo, Ahmed Fakrun, Italo Bertolasi) in altri casi no (Yuval Avital,Ahmed Ben Diab, Pietro Pirelli etc. etc.). I musicisti con cui hai collaborato hanno allargato le tue già ampie frontiere musicali ?

Si certo, ultimamente lavoro con allievi che vengono dallo sconosciuto mondo tecno noise e altro..
e anche se spesso mi lasciano perplesso sento che sono animati dalla mia stessa passione.






Che musica ascolti , se ne ascolti, quando non sei impegnato nella tua attività e quali musicisti consideri fondamentali nel tuo bagaglio musicale?
Ascolto di tutto.
Il mio maestro Angelo Paccagnini e poi: Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, Miles Davis, Gustav Mahler, J.S. Bach, Igor Strawinski, Bela Bartok, Franz Listz, Keith Jarrett, Terry Riley, John Hassel, Led Zeppelin, Lou Reed, Third Ear Band ,la musica araba, sahariana, iraniana ecc....
Questi sono solo i primi che mi vengono in mente.


Quali progetti hai per il futuro?
Un nuovo cd con Sergio Armaroli e Maurizio Dehò che penso sia un ottimo ensemble.
In primavera cerchiamo di organizzare alcuni concerti di Futuro Antico.
E poi chissà...









alcuni video


Angelo Paccagnini Underground



                   Angelo Paccagnini Sequenze e Strutture










                 Riccardo Sinigaglia & Yuval Avital






                Riccardo Sinigaglia & Mario De Leo